cerca nel catalogo del

sistema bibliotecario ticinese

Esposizioni virtuali Edizioni di Basilea del XVI sec. al sud delle Alpi

Agostino

De civitate Dei

Editore: Froben Johann
Luogo e anno di pubblicazione: Basilea, 1522

Dopo i lavori per l’edizione delle opere di Girolamo, Erasmo si accinge ad occuparsi di Agostino, pur con molte reticenze, come si legge nella premessa: “Improbis eruditorum flagitationibus iampridem appellabar, ut quod in Hieronymianis Epistolis praestitissem, idem praestarem in divi Aurelii Augustini libris omnibus” (Allen V, 1309, p. 117). Agostino non è il suo autore preferito (“Plus me docet Christianae philosophiae unica Origenis pagina quam decem Augustini”, scrive Erasmo a Johann Eck nel 1518, cfr. Allen III, p. 337). Erasmo affida a Juan Luis Vivès (1492-1540), umanista valenziano che insegna a Lovanio i lavori per l’edizione del De civitate Dei, avviati nel 1521 (Contemporaries 2003, vol. 3, pp. 409-413). Il 14 luglio 1522, Vivès scrive da Lovanio ad Erasmo: “Absolvi tandem, Christi gratia, 22 lib. De Civit. Dei: quorum quinque postremos qui reliqui erant […] mitto, cum epistola nuncupatoria ad Regem Britanniae, cum praefatione, et de veteribus interpretibus, postremo de Gothis” (Allen V, 1303, p. 98). Nella stessa lettera Vivès, la cui salute era compromessa forse anche per i lavori impegnativi dell’edizione, e che alle volte non si sentiva all’altezza del compito – soprattutto in materia teologica - prega Erasmo di procedere a una revisione. L’edizione del De civitate Dei è dedicata ad Enrico VIII, la dedica è datata "Lovanio, nonis iulii, 1522". Nella prefazione, Vivès elogia Erasmo, che ha ridato lustro e dignità alla teologia: “Theologiam vero genuinam illam & solidam sive ex instrumento Christianae pietatis, sive ex sacris scriptoribus petitam qualem adhuc haberemus, quam laceram, quam deformatam, quam obrutam tenebris & altissima nocte nisi nobis Erasmus contigisset […]” (c. aa3r). Vivès illustra la genesi travagliata dell’opera resa più difficile anche dalla morte del cardinale de Croy, suo protettore, poi dalla malattia, e dall’assenza di una biblioteca su cui appoggiare il suo lavoro. Vivès cita i manoscritti sui quali ha condotto l’edizione, in particolare un manoscritto prestatogli da Marco Laurino, decano di San Donaziano di Bruges, un altro dei Carmelitani della stessa città, e un terzo copiato, secondo la tradizione, da san Ludgero (c. aa4r). Erasmo redige la prefazione a questo immenso lavoro nella quale giustifica l’impegno filologico condotto per l’intera edizione delle opere di Agostino, e si difende dagli attacchi a lui rivolti da alcuni religiosi domenicani (Allen V, p. 119). Nell’ultimo paragrafo della prefazione, riguardo al De civitate Dei afferma: “Nunc interim prodit eximius opus De Civitate Dei; quanto quam fuit castigatius quantoque doctorioribus commentariis illustratum, malo te, lector, ex ipsa re discere quam ex nostro testimonio credere. Nam hoc effecit Lodovicus Vives tam praeter meritum praedicandis laudibus meis, ut ipsum vicissim nec promerentem liceat praedicare. Bene vale, curaque ne Ioannem Frobenium impensae et operae paeniteat, qui nihil detrectat quod ornandis, provehendis iuvandisque bonis studiis conducat” (Allen, V, 1309, p. 121). Malgrado le citate affermazioni, si sa che i rapporti tra Vivès ed Erasmo non furono facili. Il tomo dell’Opera omnia di Agostino curato da Vivès si vende male, e Froben si lamenta con Erasmo (Lettera di Erasmo a Vivès, cfr. Allen V, p. 612, Lettera 1531). Erasmo farà ristampare nel 1529 il De civitate Dei, ma senza il commento di Vivès ritenuto troppo lungo e troppo retorico (Vigliano 2012, p. 61). Il testo è disposto a pagina intera: quello di Sant’Agostino è spesso introdotto da bei capilettera, il commento di Vivès in carattere di modulo più piccolo, contiene brani in greco. La c. aa10 con il passo delle Retractationes è caratterizzata da un fregio rappresentante Marcio Coriolano che incontra la madre supplicante con le donne di Roma, mentre la carta seguente, con l’inizio del De civitate Dei, è ornata dai candelabri incisi da Urs Graf (che sono utilizzati anche nelle edizioni di san Girolamo, di Tertulliano e nelle Annotationes) con i due putti che reggono uno scudo e la menzione: IO. FROB. TYPIS EXCUDEBAT ed il motto greco. Alle c. aa2-6, la dedica ad Enrico VIII e la prefazione ai commenti di Vivès. La c. aa2 con l’inizio della dedica al Re inglese è ornata in testa alla pagina da candelabri e da due fregi con putti musicanti e bambini che si esercitano nelle arti liberali. Il colophon, a c. Tt8r, indica un’errata data di stampa, 1512 per 1522: Basileae apud Io. Frobenium, mense septembri anno MDXII (cfr. VD16, A4181). Nei commenti di Vivès ricorrono espliciti commenti satirici contro il clero incolto, e l’opera verrà messa all’indice nel 1559 (De Bujanda Thesaurus, p. 403).
Questo esemplare si segnala per i numerosi interventi di censura. In calce a c. aa2r una nota manoscritta segnala che il volume è stato espurgato: “Hi comment[arii] correcti fuerunt iuxta censuram … A R[everendo] P[atre] Mag[istro] Sacri Palatii anno 1608”. È stato tolto il frontespizio che reca sul verso la prefazione di Erasmo (si legge in Allen V, 1309). A c. aa6v un intero brano è censurato e reso illeggibile tramite un pezzo di carta incollata, e sono state tolte le c. aa7-10 che contengono negli esemplari integri la critica dei precedenti commentatori dell’opera: De veteribus interpretibus huius operis. Altri passi interi resi illeggibili mediante incollatura di carta, alle pp. 27, 221, 395. L’esemplare esposto proviene dal convento dei cappuccini di Edolo presso Brescia.

Io. Frobenius lectori S.D. en habes optime lector absolutissimi doctoris Aurelij Augustini, opus absolutissimum, De Civitate dei, magnis sudoribus emendatum ad priscae venerandaeque vetustatis exemplaria, per virum clarissimum… Ioan. Lodovicum Vivem Valentinum, Basileae: ex officina nostra, 1522, [apud Io. Frobenium, 1512]

[20], 787, [1] p.; 38 cm (fol.)

Marca nel colophon: Caduceo sorretto da due mani uscenti da nuvole, con due serpenti attorcigliati
Impronta: s:n- r.ri aul- QuCu (3) 1522 (R)
Segn.: aa10, χ2, a-z6, A-Z6, Aa-Rr6, Ss-Tt8
Note ms c. aa2r: Fratris Capuccinorum Eduli (Eduli sovrascritto ad altro toponimo illeggibile); Hi comment[arii] correcti fuerunt iuxta censuram … A R[everendo] P[atre] Mag[istro] Sacri Palatii anno 1608
Mancano frontespizio e c. aa7-10
Bibliografia: Noreña 2013; Vigliano 2012
Copia digitalizzata: http://reader.digitale-sammlungen.de/resolve/display/bsb10148485.html

Provenienze: Convento dei Frati Cappuccini di Edolo (Valcamonica), Convento dei Frati Cappuccini di Lugano

Collocazione attuale: Biblioteca Salita dei Frati Lugano, BSF 49 Ga 11

Link alla notizia nel catalogo cantonale

Vai alla panoramica delle opere

Top