Editore: Oporin Johann
Luogo e anno di pubblicazione: Basilea, 1555
Martin Borrhaus, noto anche come Martinus Cellarius (Stoccarda 1499 – Basilea 1564), dopo gli studi umanistici, si trasferisce come insegnante presso l’università di Wittenberg, uno dei centri della riforma protestante, dove insegnavano insieme ad altri noti riformati e riformatori, Lutero (teologia) e Melantone (greco). Inizialmente seguace di Lutero, conosce Marcus Stübner dal quale riceve nuovi stimoli, per questo motivo viene sospettato di essersi convertito alla dottrina anabattista propugnata dallo Stübner, entrando in conflitto con Lutero e Melantone e dovendo quindi abbandonare Wittenberg. Nell’opera De operibus Dei, pubblicata nel luglio del 1527 con la prefazione di Wolfgang Capito, cercò di avvicinare le posizioni dottrinarie di Lutero, Calvino e quelle dell'anabattismo. Dal 1536 è professore a Basilea, prima di retorica e poi di teologia. La prefazione prende avvio con l’elenco di studiosi cui Borrhaus è debitore; il primo nome che compare è proprio quello di Filippo Melantone, seguito dall’astronomo tedesco Johann Stöffler, dal medico tedesco Achilles Pirmin Gasser e dal matematico francese Oronce Fine. Gasser era stato il firmatario della lettera dedicatoria alla prima edizione di questa cosmografia, edita a Strasburgo dall’editore Crafft Müller (Crato Mylius, anch’esso amico ed editore di Melantone) nel 1539. Si tratta di un “libello” destinato ai giovani, agli studenti e a chi è digiuno della materia. Una materia, la cosmografia, che si intreccia con la geografia e l’astronomia e che, proprio nel XVI sec., sotto la spinta dei grandi viaggi d’esplorazione, conosce una forte popolarità, inglobando conoscenze matematiche, fisiche, astronomiche, geografiche e topografiche al fine di descrivere il mondo.
Questo esemplare, rilegato con altre tre cinquecentine, opere di astronomia edite a Köln, ha un chiaro segno di provenienza che ci informa sulla sua appartenenza al fondo librario dei frati minori francescani della Madonna del Sasso di Orselina, si tratta dei tasselli di carta applicati in alto ed in basso sul dorso, in cui sono riportati rispettivamente il titolo della prima opera con cui è rilegato “Annotationes in Sphaeram”, in alto, e la vecchia segnatura “D 256(?)”, in basso. I frati minori locarnesi hanno quindi raccolto per la loro biblioteca d’uso questi testi affini per tematica, e, probabilmente, ma il condizionale è d’obbligo, li hanno rilegati nel loro laboratorio per averli a portata di mano in un volume unico. Il volume è entrato nel fondo della Biblioteca Salita dei Frati nel 2010 in seguito ai lavori di restauro dell’intero Santuario.
Martini Borrhai In cosmographiae elementa Commentatio. Astronomica. Geographica. Libellus, ut mole exiguus, ita utilitate atque elegantia maximus, ac verè Scholasticus, Astronomiae atque Geographiae studiosis utilissimus futurus, Basileae: per Ioannem Oporinum, 1555
[16], 132, [1] p., [1] tav. ripieg.; ill.; 16 cm (8°)
1555: data della pref. a c. α7v
Impronta: ami- ams, i,ne si9I (3) 1555 (R)
Segn.: α8, a-g8, h10
Della tav. ripieg. in fine rimane un lembo. Il fasc. a è rilegato erroneamente.
Nota ms sul taglio inf.: Sac. Bosco de Sphera, etc.
Legatura floscia in pergamena, con resti di due coppie di legacci sul taglio ant.
Provenienze: Convento dei Frati Cappuccini di Lugano, Convento dei Frati Minori della Madonna del Sasso di Orselina
Collocazione attuale: Biblioteca Salita dei Frati Lugano, BSF 76 Aa 19 (4)
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