Editore: Guarin Thomas
Luogo e anno di pubblicazione: Basilea, 1571
Nato ad Atene nel V secolo (436-338 a.C.), Isocrate fu tra gli oratori ed i maestri di retorica della sua epoca quello che ebbe maggior successo, e che con il suo stile condusse la prosa attica al suo apice. Di lui si sono conservate 9 epistole, non tutte autentiche, e 21 orazioni - che egli non sembra aver recitato personalmente ma che sono state diffuse per iscritto - delle quali 6 appartengono al genere giudiziario e 14 sono tipiche esercitazioni di scuola. Nelle sue orazioni egli perorò l'unità panellenica in funzione antipersiana. Alla editio princeps dei discorsi in greco, stampata nel 1493 a Milano a cura di Demetrio Calcondila e per i tipi di Scinzenzeler, fecero seguito molte altre edizioni, tra le quali le manuziane del 1513 e del 1534. Quella qui presentata fu curata dall'umanista e storico tedesco Hieronymus Wolf. Il Wolf (1516-1580) condusse una vita molto instabile che lo portò a soggiornare in varie città tedesche, tra le quali Wittenberg, dove fu allievo di Melantone. Nel corso di un soggiorno a Basilea, dove fu precettore in varie famiglie benestanti, fece la conoscenza nel 1547 dell'editore Johann Oporin, con il quale collaborò a lungo fruttuosamente. Ad Augusta, dove si recò in occasione di una Dieta imperiale, fu assunto dal banchiere Johann Jacob Fugger quale segretario personale e conservatore della sua ricca biblioteca, per poi diventare bibliotecario della biblioteca cittadina della stessa città. Si occupò della edizione e della traduzione in latino di molti testi di importanti scrittori greci dell'antichità e della tarda antichità, arricchendole di commenti e spiegazioni. Presso Oporin pubblicò nel 1548 e 1549 le traduzioni commentate delle opere di Demostene e Isocrate, del quale si era proposto di tradurre l'intera opera. A lui si deve l'uso, errato, del termine 'Impero bizantino' per designare l'impero romano d'Oriente. Questa edizione, uscita in greco presso Thomas Guarin, contiene una vita di Isocrate scritta dal Wolf e stampata in caratteri più grandi rispetto a quelli usati nel testo vero e proprio, la vita di Isocrate di Filostrato, le 21 orazioni e 7 epistole di Isocrate. Nel margine sono riportate le annotazioni del curatore. L'editore Guarin (1529-1592) fuggì da Tournai - sua città natale - per motivi religiosi prima verso Lione e poi a Basilea, dove nel 1557 sposò la figlia dello stampatore Michael Isengrin, dedicandosi egli stesso a questa attività e rilevando in seguito l'officina del suocero alla sua morte. Punti forti della sua attività di editore e stampatore furono le opere di medicina e di diritto, cronache e gli autori greci antichi. Sul frontespizio figura la sua marca tipografica: una palma che riprende quella del suocero Isengrin, ma affiancata dalle parole PALMA GVAR.
Il volumetto appartenne all'abate Antonio Fontana, come dimostra l'etichetta cartacea apposta sul dorso con il numero "343" che serviva per collocare il volume nello scaffale secondo uno schema per questa disposizione stabilito e schizzato personalmente dall'abate e che ancora si conserva in biblioteca con i suoi libri. Sul frontespizio si intravvede un ex libris del XVII secolo quasi completamente slavato, in cui si legge "Collegii Med[iolani] / Braiden[sis] Soc[ietatis] Jesu Inscrip[tus] Catal[ogo]". Si tratta della biblioteca del Collegio Gesuitico di Milano, cui nel 1571 il cardinale Carlo Borromeo, dopo la soppressione dell'ordine degli Umiliati che prima vi avevano la loro sede, affidò il palazzo di Brera. Un ex libris analogo si legge anche su manoscritti della Braidense come, tra i molti esempi, il manoscritto AD._XIII.1, vedi Manus online. Il nucleo originale di questa biblioteca è costituito dalla Biblioteca del Collegio Braidense, un fondo composto da circa 24’000 volumi raccolti dai padri della Compagnia di Gesù in circa due secoli e comprendente volumi riguardanti ogni campo della cultura. In seguito alla soppressione della Compagnia nel 1773 l'intero palazzo di Brera, compresa la biblioteca, venne incamerato dallo Stato di Milano. L'abate Antonio Fontana fu insegnante di letteratura classica latina e filologia e si dilettò di traduzioni dal greco. Questo suo interesse per gli autori classici si rispecchia nei numerosi testi di autori antichi e di lessici greco-latini presenti nella sua biblioteca. Egli entrò probabilmente in possesso del volumetto negli anni nei quali soggiornò a Milano, dove fu direttore generale dei Ginnasi della Lombardia dal 1832 al 1848. Nell'intero volume il nome dell'editore di Isocrate, Hieronymus Wolf, è sistematicamente oscurato con inchiostro marrone o con un tratto a penna.
Isokratous Logoi hapantes, kai Epistolai = Isocratis orationes partim doctorum virorum opera, partim meliorum exemplarium collatione, nunc demum multo quam antea emendatiores excusae. / Harpokratiõnos kai Souïda peri tinõn par Isokratei lexeõn. Adiecimus quoque Hieronymi Vuolfii Oetingensis, non omnium modo Orationum argumenta, sed & marginum annotationes, Basileae: per Thomam Guarinum, 1571
[32] c., 671, [1] p.; 16 cm (8°)
Impronta: [ast.][ast.][ast.]- [ast.][ast.][ast.]- [ast.][ast.][ast.][ast.] [ast.][ast.][ast.][ast.] (3) 1571 (A) (gli asterischi stanno per caratteri greci)
Segn.: [alfa]8, [beta]8, [gamma]8, [delta]8, a-z8, A-T8
Legatura su assi di cartone, dorso e angoli in pelle marrone, piatti con carta marmorizzata (XIX sec.). Sul dorso linee dorate che suddividono lo spazio in segmenti: in alto etichetta rossa con titolo a caratteri dorati „ISOCRATIS / ORATIONES“, al di sotto etichetta cartacea novecentesca con numero scritto a macchina „2151“ e in basso etichetta cartacea ottocentesca con numero scritto a mano „343“.
Bibliografia: Bernasconi 1988, Bernasconi 2013; VD 16, Nr. 1396; Calderari 2002
Provenienze: Collegio dei Gesuiti di Milano, Fontana, Antonio, Biblioteca Abate Fontana di Sagno
Collocazione attuale: Biblioteca Abate Fontana di Sagno, nr. 2151
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